Opera in Finale – Concorso Letterario 2019
Ecco salina, avida di tepore,
s’impone agli iridi miei di carne,
la chiara corolla della tua chioma,
oh amata Calabria.
Da conche tue di luce, sorpresi venti di ginestra
fluire, e consumare di questo amore
vertigine di nembi, nel subbuglio dei sensi.
Mia vita e’ questo passo di tormenta,
che disumano rompe il guscio della mia parola,
come smorta acqua di laguna.
Quando la mia pupilla
smarrisce l’inflessione delle tue curve
di terra e di mare, oh amata Calabria,
lameggia un ombra assurda,
che scompone l’anima,
fitto inferno di non appartenersi.
Poi a seguire, l’ora alta del diffuso smarrimento,
cicaleccio di rovine.
L’amore che vorrei,
e’ un perdurare inestinto
d’ umori vischiosi sul mio ventre,
come nei cunicoli delle tue grate,
rigagnola la piovosa acqua ed un po’ d’arcobaleno.
Così che si guardi la tua vita che strugge,
ed il suo sfinimento,
è il miracolo dei suoni, e l’alba dei sonori accordi.
Opera in finale