L‘origine di questo nome deriva da una leggenda che i marinai di Tropea si tramandano da padre in figlio.
Secondo tale leggenda una mattina alcuni pescatori di ritorno da una battuta di pesca, giunti nel luogo detto Formicoli, si accorsero che una nave turca li stava inseguendo. Vistisi quasi perduti, conoscendo molto bene le insidie di quel mare, diressero subito la barca in un canaletto formato da due scogliere rocciose coperte dall’acqua.
Già i pirati gustavano la gioia della preda quando, giunti anche loro in quel tratto di mare, non conoscendo i pericoli di quelle secche, urtarono contro la scogliera sommersa. La nave, sobbalzò, oscillò paurosamente e subito si capovolse rovesciando il suo carico nel mare.
Alle grida disperate di quei pirati fece immediatamente eco la gioia dei pescatori tropeani che con quell’audace stratagemma erano riusciti a salvarsi.
Samuel è un bambino tedesco che scorrazza liberamente da una parte all’altra tra gli scogli e le calette.Da allora quel tratto di mare prese il nome di “Passu du Gabbaturco” (da Gabbare, prendere in giro).
I genitori lo guardano dalla riva e ogni tanto lo raggiungono in acqua. Sono gli unici bagnati in questo piccolo tratto di costa. Ho voluto scrivere di Samuel perché l’immagine di un bambino che gioca sugli scogli e fa il bagno in queste piscine naturali, sconosciute ai più, è straordinariamente bella e potente.
Una fotografia di una Calabria vergine e assolata, distesa sul verde di acque cristalline, che abbraccia turisti stranieri disorientati. Vi prego, non gabbiamo anche Samuel.
Giuseppe Paletta
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