La chiesetta di Piedigrotta è un luogo di culto di notevole valore artistico situato appena fuori il centro di Pizzo(VV).
La chiesetta di Piedigrotta è scavata interamente nella roccia di tufo, pietra caratteristica di questa parte di costa calabrese. È composta da arcate e pilastri naturali, che dividono le grotte e le cappelle ospitando numerose statue e altari.
La leggenda narra che la chiesetta di Piedigrotta sia stata scavata, in segno di devozione, da marinai scampati a una tempesta.
Quando la nave iniziò ad affondare l’equipaggio si mise a pregare davanti al quadro della Madonna ospitato in cabina. L’imbarcazione si inabissò ma i marinai riuscirono a raggiungere a nuoto la riva, portando con loro il quadro della Madonna. Questi, in segno di ringraziamento, scavarono nella roccia una piccola cappella nella quale collocarono la sacra immagine. Successivamente i pescatori locali la spostarono in una grotta più riparata, ma dopo una mareggiata la mattina seguente venne ritrovato nella grotta originaria. I pescatori decisero allora di migliorare quel luogo costruendo una torre per la campana della nave naufragata, datata 1632.
La Costruzione definitiva
Nel 1880 Angelo Barone, un artista locale che affascinato dai racconti dei pescatori dedicò la sua vita a quel luogo, pensò di ampliare la grotta per trasformarla a tutti gli effetti in una chiesetta. Giorno dopo giorno raggiungeva a piedi il posto e, a colpi di piccone, ingrandì la grotta lasciando dei blocchi di roccia che, successivamente, trasformò in statue. Angelo morì nel 1917 e gli succedette il figlio Alfonso. Questo continuò per quarant’anni la sua opera, arricchendola di tutti i particolari che ancora oggi si possono ammirare.
Agli inizi degli anni ’60, la chiesetta fu vittima di atti vandalici da parte di alcuni giovani che, a colpi di bastone, distrussero molte statue. La fortuna volle che alla fine di quegli anni Giorgio, il nipote di Angelo e Alfonso Barone, venne in vacanza in Italia dal Canada, dove era diventato un rinomato scultore. Vedendo distrutta l’opera che i suoi zii avevano realizzato, decise di iniziare un lavoro di restauro. Ci vollero mesi di sacrifici e duro impegno che si conclusero nell’autunno del 1968.
Ancora oggi questo magnifico capolavoro attira visitatori curiosi e devoti da ogni parte del mondo. Si consiglia di visitare questo luogo magico nelle ore pomeridiane prima del tramonto. I raggi del sole penetrano nelle profondità della grotta ed illuminano le pareti tufacee, ricoperte di sali minerali e vegetazione tipica delle zone umide. Come in un incanto, in questo luogo si abbracciano la devozione, la perseveranza e la bellezza.