LE “PIETRE DELLA MEMORIA”

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Badolato, il paese in vendita, si racconta con le "Pietre della memoria"

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Badolato è quel bel paese che per primo al mondo nel 1986 era stato “messo in vendita”
per salvarlo dal continuo spopolamento che ne stava svuotando il borgo antico.

Ne seguì un clamore internazionale e molti stranieri comprarono casa rivitalizzandolo
un po’ mentre tanti sindaci italiani ed esteri ne seguirono l’esempio mettendo in vendita
i loro territori desertificati. Maggiore speranza di salvezza poi diede un’altra grande visibilità
mediatica quando, a fine dicembre 1997 con lo sbarco della nave Ararat, molte centinaia
di profughi curdi vennero ospitati nelle case rimaste ancora vuote. Adesso, si parlano
una quarantina di lingue in questo pittoresco borgo che è un suggestivo balcone sul mare
Jonio ma ha il verdissimo parco delle Serre alle spalle ed è una “Città d’Arte e di Natura”.

Badolato borgo è ormai diventato molto “trendy” e Guerino Nisticò, la guida più gettonata,
si sofferma a narrare ai turisti fatti e personaggi che, nei mille anni di storia, hanno
caratterizzato questo amenissimo luogo. Così Giuseppe Argirò, Vincenzo Invento, Aldo Pacicca
e Gianni Verdiglione (nella foto) hanno avuto l’idea di lanciare l’operazione “Badolato il borgo
che si racconta” con il fissare sulle pareti delle case più “eloquenti” tante “pietre della memoria”
riportanti brevi frasi descrittive e incise dallo stesso scultore Verdiglione per evidenziare le
situazioni personali, familiari, sociali e storiche più curiose, emblematiche e popolari.

Così in Via Siena 1, nel rione Jusuterra (vicino al Bastione o porta del mare), possiamo leggere
A don Peppino e Margherita la sfida degli amanti” che 150 anni fa hanno vissuto una grande
e clamorosa storia d’amore osteggiata da quasi tutto il paese per il loro ardire. Sulla stessa via
esiste da oltre 140 anni la cosiddetta “pietra dell’innamorato” da dove un giovanotto cantava
le serenate alla sua bella accompagnandosi con una chitarra. E, nella “ruga delle Margherite”
c’è la fontana dell’amore che, fino agli anni cinquanta, era uno dei pochi punti dove i giovinetti
potevano scambiarsi sentimentali sguardi d’intesa e qualche promessa o parola d’amore.

A Piazza San Nicola si può leggere un’altra pietra davvero interessante: <<A Peppi Naimo
“Figlio non ho niente da darti, ma ti lascio il Partito Comunista”
>> (in eredità, ovviamente).
E ancora in Via Regina Margherita viene ricordato il matrimonio avvenuto il 25 agosto del
1979 tra Luciano Gambaretti, agricoltore veronese, e la badolatese Giuseppina Carnuccio
come esempio di quando i giovani padani cercavano moglie nel sud Italia: << Vinna nu bellu giuvanottu da campagna e Verona e sa levau >> ovvero <<E’ venuto un bel giovanotto della
campagna di Verona l’ha sposata e se l’è portata via
>>. Un documento sociologico davvero unico!

L’Università delle Generazioni intende inserire l’iniziativa “Badolato il borgo che si racconta” nel
circuito internazionale delle “Pietre della memoria” e ha intenzione di coinvolgere pure i paesi
che imperlano tutto il Golfo di Squillace per realizzare una speciale “Identità del Golfo”. In
tal senso ha avuto l’OK dell’assessore al turismo Franco Caccia, il quale martedì 9 marzo
cercherà di convincere i ceramisti locali ad aderire al progetto delle narrazioni in ceramica,
di cui la città di Squillace potrebbe essere utile capofila organizzativo e produttivo.

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