(2023)
«Il carattere è determinato da come le cose sono, ed offre alla nostra indagine una base per lo studio
dei fenomeni concreti della nostra vita quotidiana. Solo in questo modo possiamo afferrare
completamente il Genius Loci, lo "spirito del luogo" che gli antichi riconobbero come
quell'"opposto" con cui l'uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare.»
Christian Norberg-Schulz
Nullus locus sine genio” diceva il retore latino Servio in un commento all'Eneide, ossia nessun
luogo è senza genio. Il Genius Loci era la divinità, lo spirito, che proteggeva e animava un
determinato luogo.
Era a questo spirito che gli antichi romani si rivolgevano nel costruire i luoghi da abitare per
rispettarne l'essenza.
Nell'interazione tra l'uomo e l'ambiente, tra l'uomo e il paesaggio era il primo a doversi adattare
perché i secondi mantenessero la loro identità, la loro unicità. Questo molto prima che ci
ritrovassimo a vivere in un mondo uniformato in cui le città si assomigliano tutte e gli spazi abitati e
vissuti dall'uomo diventassero, secondo la definizione di Marc Augé, dei Nonluoghi.
Il territorio calabrese presenta fortunatamente ancora tantissimi luoghi il cui spirito sembra essere
rimasto intatto. I nostri paesaggi, ricchi di storia e spesso custodi di un passato non ancora
totalmente venuto alla luce, sono i numi tutelari della nostra identità e della nostra memoria.
Preservare e conoscere i luoghi significa capire da dove veniamo, comprendere meglio il presente e
forse costruire un futuro migliore.
Genius Loci
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