Il frantoio era dotato anche di 8 presse e 3 super presse, utilizzate per spremere il succo dalla macinatura. Nel 1949 sono avvenuti radicali cambiamenti nel fondo dei Mazza: il “troppito” (il nome dialettale) fu aperto anche ad altri produttori di olive e i locali furono resi idonei all’installazione di macchinari moderni ed elettrici, attualmente visibili.
Il ciclo di lavorazione del frantoio si divide in sei fasi essenziali: defogliazione e lavaggio delle olive, molitura delle olive attraverso la frangitura, gramolatura della pasta di olive, spremitura/estrazione olio, separazione dell’olio vergine di oliva prodotto e stoccaggio dell’olio prodotto (extra, vergine o lampante).
Il museo del frantoio è costituito da due grandi sale. La terza sala è costituita da un’ampia vasca per la raccolta dei liquidi. La lavorazione delle olive avveniva a freddo, metodo utilizzato per ottenere un olio di alta qualità. Nella spremitura a freddo, infatti, le olive vengono macinate senza aumentarne la temperatura e mantenendola a 27 gradi; nella spremitura a caldo, invece, si ricorre all’utilizzo di fonti di calore in varie fasi del processo.