Il museo del frantoio

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La sua costruzione risale al 1934 ed è opera dei proprietari Mazza che avevano fatto costruire un moderno frantoio “a testa calda”, cioè alimentato a miscela (nafta). Dotato di tre macine in granito, aventi la caratteristica di triturare le olive uniformemente senza innalzare la temperatura della pasta macinata, questo tipo di frantoio garantiva una eccellente qualità dell’olio.

Il frantoio era dotato anche di 8 presse e 3 super presse, utilizzate per spremere il succo dalla macinatura. Nel 1949 sono avvenuti radicali cambiamenti nel fondo dei Mazza: il “troppito” (il nome dialettale) fu aperto anche ad altri produttori di olive e i locali furono resi idonei all’installazione di macchinari moderni ed elettrici, attualmente visibili.
Il ciclo di lavorazione del frantoio si divide in sei fasi essenziali: defogliazione e lavaggio delle olive, molitura delle olive attraverso la frangitura, gramolatura della pasta di olive, spremitura/estrazione olio, separazione dell’olio vergine di oliva prodotto e stoccaggio dell’olio prodotto (extra, vergine o lampante).

Il museo del frantoio è costituito da due grandi sale. La terza sala è costituita da un’ampia vasca per la raccolta dei liquidi. La lavorazione delle olive avveniva a freddo, metodo utilizzato per ottenere un olio di alta qualità. Nella spremitura a freddo, infatti, le olive vengono macinate senza aumentarne la temperatura e mantenendola a 27 gradi; nella spremitura a caldo, invece, si ricorre all’utilizzo di fonti di calore in varie fasi del processo.

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Il museo del Frantoio


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