Con il passare delle settimane di quarantena, l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha generato una crisi che sta affliggendo, sempre più profondamente, ampie parti del tessuto socio-economico del nostro Paese. Tra queste, hanno un triste primato le imprese e associazioni che lavorano nei settori del turismo, cultura e spettacolo. Per saperne di più, abbiamo incontrato (telematicamente) la Società Cooperativa Edizione Straordinaria, uno dei riferimenti del teatro calabrese attivo dal 1986, che ha al suo interno le strutture operative della Scuola di Teatro “Enzo Corea”, della “Compagnia del teatro di Mù” e della “Compagnia dei ragazzi del teatro di Mù”.
Al momento della sospensione dovuta al COVID-19, erano a pieno regime sia le attività di insegnamento, sia la preparazione degli spettacoli.
Non tutti sanno che, oltre alla scuola di teatro privata, Edizione Straordinaria opera attraverso corsi di recitazione in tre scuole di Catanzaro e nelle sedi distaccate di Tiriolo, Fossato Serralta, Pentone e Amaroni, raccogliendo complessivamente circa 250 allievi.
Oltre all’insegnamento, erano in fase di preparazione gli spettacoli che sarebbero andati in scena al Teatro Comunale e al Centro Polivalente di Catanzaro, oltre alla rassegna Teatro al Museo e alla XV Edizione del Festival del teatro dai Bambini. Attività serrate portate avanti da Salvatore Emilio Corea e dai responsabili dei corsi Pasquale Rogato, Claudia Olivadese, Vincenzo Lazzaro, Massimiliano Rogato e Franco Corapi. Per tutti loro, il teatro è passione, ma anche la professione di cui vivono.
La reazione al COVID
Ci raccontano della sensazione di smarrimento dovuta all’impossibilità dell’incontro fisico, uno dei pilastri dell’attività teatrale, che però ha trovato in loro una pronta reazione.
Mettendo a frutto i tanti anni di lavoro alle spalle e con l’aiuto della tecnologia (anche investendo su una piattaforma telematica sicura), le attività non si sono fermate: videolezioni, lettura dei testi e prove online sono diventate il loro principale strumento d’azione.
Ma come dicevamo, la crisi che colpisce il nostro Paese si accanisce sulle imprese culturali. Basti pensare che oggi è impossibile programmare una stagione teatrale, a causa delle norme sul distanziamento sociale. E in futuro la capienza dei teatri probabilmente sarà notevolmente ridotta rispetto al consueto: un vero disastro per gli operatori professionisti dello spettacolo. Ricordiamo infatti che le cooperative come Edizione Straordinaria vivono anche grazie agli introiti provenienti dalla didattica e dai biglietti dei loro spettacoli teatrali.
Alcune proposte concrete
Le azioni di contrasto a questa crisi potrebbero essere molteplici. Una di queste è la possibilità di chiudere i bilanci al 28 febbraio, per ridurre i costi delle imprese. Poi, guardando avanti, l’introduzione di bonus spettacolo per incentivare i consumi e dare respiro alle imprese culturali. Senza dimenticare una piaga tutta italiana: i pagamenti arretrati della pubblica amministrazione: soprattutto in questo periodo di difficoltà, lo Stato dovrebbe saldare i debiti pregressi nei confronti di queste imprese, per garantirne la liquidità.
Un appello alle Istituzioni
Ma oltre alle azioni di questo tipo, ciò che più manca agli operatori professionali della cultura è la considerazione da parte delle amministrazioni pubbliche. Infatti, questa crisi non ha fatto altro che portare all’estremo delle problematiche precedenti all’arrivo del COVID-19, rendendo soggetti come Edizione Straordinaria diversi anche nell’emergenza.
Ciò che preoccupa è proprio la constatazione che la cultura ancora una volta non gode della dovuta attenzione da parte delle Amministrazioni, spesso considerata come un semplice hobby. Istituzioni che spesso neanche conoscono il panorama delle associazioni e delle cooperative operanti nel proprio territorio.
“Neanche una telefonata”, ci dice Corea. Forse è questo che fa più male: la cultura è messa da parte, a combattere per accaparrarsi le briciole in un disperato tentativo di sopravvivenza. Una rete di cooperative e associazioni che oltre a garantire un certo numero di occupati nel settore (Edizione Straordinaria conta fino a 15 collaboratori, ai quali vanno aggiunti gli operatori e tecnici impiegati negli spettacoli), è un motore di conoscenza, di socialità e di cittadinanza.
Siamo sicuri che Edizione Straordinaria e gli altri operatori professionali del settore faranno il massimo per tenere duro, per continuare la loro fondamentale opera e conservare i posti di lavoro. Chiediamo a gran voce che anche le Istituzioni facciano la propria parte, per non uccidere un settore di vitale importanza come quello della cultura.